mercoledì 26 maggio 2010

Manovra finanziaria, tagli a Isfol e Ispels

Roma, 26 mag. (Adnkronos/Ign) - Sciopero generale contro la manovra entro la fine di giugno. E' la proposta che avanzerà al comitato direttivo della Cgil il leader di Corso d'Italia Guglielmo Epifani. Sabato 12 giugno si terrà invece una manifestazione a Roma dei dipendenti pubblici, della scuola e dell'università. Le iniziative sono mirate a indurre il governo a tornare indietro e cambiare i contenuti della manovra con degli emendamenti.

fonte:http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=6056&catid=36&Itemid=68

I lavoratori dell’ISFOL continuano l'occupazione della sede centrale dell’Istituto, iniziata lunedì scorso appena saputa la notizia della soppressione di questo e di altri Enti pubblici di Ricerca prevista nella manovra finanziaria del Governo.

Il documento approvato ieri sera dal Consiglio dei Ministri conferma il taglio dell’ISPELS (istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro) e dell’ISAE (Istituto per gli studi e l’analisi economica). Rimane incerto il futuro degli altri Enti non nominati esplicitamente nella manovra: è prevista una forte decurtazione dei finanziamenti e l’accorpamento di altri Enti del comparto.
Tali misure configurano un attacco frontale alla ricerca pubblica: a fronte di risparmi irrilevanti ai fini dell’entità della manovra economica, si è deciso di procedere con una modalità che riduce, fino a bloccare completamente, le attività attraverso le quali si producono analisi, monitoraggi, valutazioni delle politiche pubbliche e dei loro impatti sul sistema-paese.
Infatti, il sistema degli Enti pubblici di ricerca, vigilati da uno o più Ministeri competenti, ha come mandato istituzionale proprio lo svolgimento di attività scientifiche a sostegno delle decisioni politiche, delle policy in materia ambientale, sociale, economica, della formazione e lavoro, ecc. Ridimensionare o azzerare tali attività significa colpire i centri di produzione ed elaborazione delle informazioni; aumentare il controllo politico sulla ricerca – prefigurando una trasformazione degli Enti di ricerca in dipartimenti ministeriali – consente al Governo di bloccare o “addomesticare” il flusso di conoscenze e di informazioni sugli impatti delle politiche a disposizione dell’opinione pubblica. Una sorta di “bavaglio preventivo”.
E’ evidente il nesso con la crisi in cui si dibatte il nostro Paese: ridurre e controllare le informazioni è essenziale per veicolare sul piano mediatico le scelte politiche governative come le uniche possibili.
Questo è l’aspetto politico delle misure contenute nella manovra economica che colpisce il settore della ricerca pubblica, già fortemente ridimensionato dal mancato compimento delle stabilizzazioni previste dal passato governo ed azzerate nel collegato lavoro alla legge finanziaria 2010.
Lo stato di occupazione dell’ISFOL rimarrà fino alla certezza che l’Istituto non sarà soppresso. Ovviamente lo stato di mobilitazione dell’Istituto e degli altri Enti di Ricerca rimarrà per contrastare il disegno di smantellamento della ricerca pubblica.

Fonte:http://www.diregiovani.it/gw/producer/dettaglio.aspx?id_doc=36232

Roma, 26 mag. - Continua lo stato d'occupazione all'Isfol (Istituto per la formazione professionale dei lavoratori), deciso congiuntamente da tutti i sindacati tranne la Cisl, con assemblea permanente dei lavoratori. Venti persone hanno dato il cambio agli occupanti della notte precedente e sono rimasti qui. I ricercatori si dicono "fortemente preoccupati per l'assenza di informazioni chiare sul loro futuro". E' fitta l'agenda della loro protesta, appesa nella bacheca della sala del Cda. Qui fanno il punto del giorno, compongono la rassegna stampa e attendono qualche notizie sicura. Stasera alle 18 saranno davanti al ministero dell'Economia per una fiaccolata e venerdi mattina e' previsto un presidio davanti a Montecitorio e nel pomeriggio uno davanti a Banca d'Italia. Si accavallano ipotesi diverse sulla bozza del decreto. Il futuro dei ricercatori oscilla tra la soluzione dell'accorpamento con lo Ias (Istituto affari sociali)- ipotesi che si augurano- e la soppressione dell'ente, con un trasferimento che comportera' stipendi piu' bassi e compressione delle professionalita'. Non sono solo i giovani ricercatori a temere per il loro futuro, ma anche i lavoratori vicini alla pensione. Il sindacato Usi Rdb dell'Istituto chiede al presidente "di rilasciare una dichiarazione in cui difenda i lavoratori dell'Isfol e l'eccellenza della ricerca che distingue l'ente in ambito nazionale e internazionale".

martedì 18 maggio 2010

Padova, "Università Aperta" 2010

Il Servizio Stage e Mondo del Lavoro dell’Università di Padova in collaborazione con Confindustria Veneto ha organizzato, per il 27 maggio 2010 alle ore 9:00 alle ore 18:00 nei cortili di Palazzo Bo (Padova), la manifestazione "Università Aperta 2010".
La manifestazione, ad ingresso libero, si propone di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e/o di stage e il dialogo tra mondo accademico e aziende.

Durante la giornata sarà possibile conoscere le realtà aziendali presenti, consegnare il proprio curriculum vitae, informarsi sulle opportunità di stage, assistere a seminari di presentazione aziendale.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito di Università Aperta e conoscere le 85 aziende presenti.
Per quest'anno la novità sarà la sezione "estero", dove si potranno incontrare i consulenti delle agenzie Eures di diversi Paesi europei, e candidarsi per offerte di lavoro e stage all'estero!

martedì 11 maggio 2010

Ripartizione fondo disabili?

Secondo quanto di legge su controlacrisi.org...

ROMA – E’ stato pubblicato sulla GU n. 104 del 6 maggio 2010 il decreto che definisce i criteri e le modalità per la ripartizione fra le regioni e le province autonome delle disponibilità del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili. Le risorse del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili sono destinate a finanziare: le misure di agevolazione alle assunzioni a favore del datore di lavoro;il rimborso degli eventuali oneri sostenuti dall'impresa per la rimozione di barriere architettoniche, per la trasformazione del posto di lavoro o per l'apprestamento di tecnologie di telelavoro; gli oneri derivanti dall'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro per la responsabilità civile per i disabili che effettuano tirocini di orientamento o di addestramento presso i datori di lavoro.

Il riparto del Fondo è effettuato entro il 30 aprile di ciascun anno dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, proporzionalmente alle richieste di contributo presentate dai datori di lavoro privati che hanno effettuato assunzioni a tempo indeterminato. Le regioni e le province autonome comunicano entro il 28 febbraio di ogni anno, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali il punteggio assegnato per ciascuna richiesta ritenuta ammissibile che, sulla base degli importi calcolati, determina l'importo complessivo delle risorse finanziarie del Fondo da trasferire annualmente con il provvedimento di riparto ad ogni singola regione e provincia autonoma.

e nel frattempo lo scorso 22 aprile si è tenuto a Milano l'open day Diversitalavoro (www.diversitalavoro.it)...

sabato 1 maggio 2010

Primo Maggio a Rosarno

Fonte:http://www.corriere.it/economia/10_maggio_01/rosarno-manifestazione-primo-maggio_772d8e02-5503-11df-a414-00144f02aabe.shtml

ROSARNO (Reggio Calabria) - All'inizio dell'anno è stata il simbolo delle contraddizioni di un Paese alle prese con i problemi dell'occupazione, dove le tensioni sociali fanno esplodere guerre tra poveri che vedono negli immigrati il capro espiatorio di una situazione economia difficile. Proprio per questo la cittadina di Rosarno è stata scelta come location principale delle manifestazioni del Primo Maggio del 2010. Ed è lì che si sono dati appuntamento i tre leader confederali - il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani; quello della Cisl, Raffaele Bonanni; e quello della Uil, Luigi Angeletti -, che all'insegna di tre parole d'ordine, «lavoro, legalità e solidarietà», hannolanciato un appello per una nuova politica economica e industriale in grado di garantire nuove opportunità di occupazione in un periodo in cui i numeri testimoniano invece di una difficile regressione. I dati Istat diffusi venerdì parlano infatti di una crescita della disoccupazione all'8,8% e di una perdita di 367mila posti di lavoro nell'ultimo anno.

«UN PIANO PER IL LAVORO» - Per questo motivo, già all'avvio del corteo, Guglielmo Epifani ha chiesto al governo un piano straordinario per il rilancio dell'occupazione. Secondo il leader cigiellino, nei prossimi anni si prospetta una ripresa «senza occupazione» e per questo c'è la necessità di «politiche che sostengano lo sviluppo e la ripresa e soprattutto un piano per il lavoro». Epifani ha poi spiegato che Rosarno «é diventata simbolo di tante cose, dai problemi del lavoro a quelli dell’integrazione, dai diritti di chi lavora alla criminalità organizzata e lo sfruttamento del lavoro». Ma ha sottolineato: «In Italia abbiamo tante Rosarno non solo al Sud ma anche in tanti centri del Nord».

«SENZA IMMIGRATI ITALIA FERMA» - Inevitabile un riferimento alla necessità di un'integrazione con la forza lavoro derivante dall'immigrazione. «Se dovessimo dividerci dai tanti amici immigrati, l’Italia si fermerebbe - ha sottolineato Raffaele Bonanni -. L’Italia è più forte se si riesce a fare vivere l’integrazione come fatto positivo: è energia importante per uscire dalla crisi».

«RIFORME SUL SERIO» - Il leader della Uil, Luigi Angeletti, ha invece incalzato il governo chiedendo di «cominciare a fare sul serio le riforme» che devono riguardare il fisco e il costo eccessivo della politica. Il sindacalista ha sottolineato le «due anomalie» del nostro Paese: l'elevata evasione fiscale ed il costo eccessivo della politica. «Da lì - ha detto - bisogna cominciare a fare le riforme. Bisogna spendere - ha insistito - per il funzionamento della politica»

domenica 25 aprile 2010

ddl lavoro: aggiornamenti al 29 aprile 2010

(Fonte: ANSA) - ROMA, 29 APR - L'Aula della Camera ha approvato il ddl Lavoro, che era stato rinviato alle Camere dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. I voti a favore sono stati 259, 214 quelli contrari, 35 gli astenuti (Udc e Liberaldemocratici).

Ora il provvedimento passa all'esame del Senato. 'Allo stato riteniamo che non ci sia l'esigenza di modifiche' ha detto il sottosegretario al Welfare, Viespoli. Ieri e' stato approvato un emendamento del Pd sulla clausola compromissoria in materia di arbitrato.

SACCONI SODDISFATTO, DEFLAZIONATO CONTENZIOSO - "Esprimo soddisfazione per il voto della Camera dei Deputati del disegno di legge che regola l'arbitrato per 'equita'' in funzione di una più tempestiva soluzione delle controversie di lavoro". Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi commentando l'approvazione alla Camera del testo del Ddl del lavoro dopo il rinvio in Parlamento da parte del Quirinale. Sacconi sottolinea che "sono ben un milione e mezzo le cause pendenti cui si aggiunge un flusso annuale di circa 400 mila per una durata media che va dai cinque ai sette anni se il procedimento arriva in Cassazione. Deflazionare il contenzioso in materia di lavoro significa da un lato garantire la libera possibilità di scegliere una giustizia più rapida e, dall'altro, incoraggiare nuovi rapporti di lavoro". Per il ministro del Lavoro, "la richiesta di riesame da parte del Capo dello Stato ha consentito di considerare nella legge utili aggiustamenti che sarebbero stati altrimenti risolti dalla contrattazione collettiva". "Ringrazio tutte le organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori che hanno sottoscritto un avviso comune in favore dell'arbitrato - ha quindi aggiunto Sacconi - Va apprezzata la posizione di quei gruppi parlamentari di opposizione che astenendosi hanno manifestato disponibilità al confronto di merito. Irragionevole é apparsa quella opposizione politica e sociale che utilizzando toni drammatici ha ancora una volta dimostrato un approccio conservatore e ideologizzato rispetto all'evoluzione della regolazione del lavoro e delle relazioni industriali". Secondo Sacconi, ora il Senato "avrà la possibilità di un ulteriore esame del testo verificando soprattutto la semplicità e l'interpretazione certa delle norme in funzione di una loro più agevole applicazione".

Fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/Lavoro/Sindacato/Ddl-lavoro-Cgil-domani-presidio-di-protesta-a-Montecitorio_307901063.html

Roma, 27 apr. - Centinaia di presidi davanti alla prefetture di tutta Italia si sono svolti ieri per la mobilitazione promossa dalla Cgil 'No alla controriforma del diritto e del processo del lavoro'. Un'iniziativa, quella messa in campo dal sindacato, contro il 'collegato lavoro' e che si è svolta a pochi giorni dal voto in Aula sul provvedimento. La Camera infatti voterà il ddl lavoro domani, 28 aprile, quando, in contemporanea, la Cgil terrà un presidio a Roma, in piazza Montecitorio, a partire dalle 14.

La Cgil con queste iniziative vuole denunciare un provvedimento "sbagliato e incostituzionale, come del resto testimonia lo stesso rinvio alle camere del testo da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano", spiega il segretario confederale, Fulvio Fammoni. Una mobilitazione e una denuncia che il sindacato di Corso d'Italia "porta avanti da oltre 2 anni - aggiunge - da quando il provvedimento ha iniziato il suo iter parlamentare, contro una proposta che prevede, tra le altre cose, di affidare la giustizia in materia di lavoro ad 'arbitri' chiamati a giudicare 'secondo equità' e quindi non secondo legge, vanificando nei fatti i diritti dei lavoratori".

La proposta di legge, infatti, nonostante le modifiche apportate dalla commissione lavoro della Camera, giudicate insufficienti dalla Cgil, "continua a prevedere - rileva il dirigente sindacale - che, nel momento della stipula di un contratto di lavoro, si possa definire una sede di arbitrato per risolvere le future controversie, sede nella quale si potrà anche non tenere conto delle leggi vigenti, ma solo una generica e non meglio definita equità, derogando a leggi come ad esempio lo 'Statuto dei lavoratori' e il suo articolo 18. Una proposta a cui un lavoratore difficilmente potrà opporsi".

"L'ottimo risultato raggiunto con la mobilitazione conferma l'attenzione e la contrarietà tra i lavoratori su questo provvedimento", afferma Fammoni, secondo il quale "siamo di fronte a una legge che penalizza i diritti dei più deboli e che presenta su tanti aspetti vizi di incostituzionalità". Per questo, conclude, "la mobilitazione prosegue con il presidio di mercoledì alla Camera dei deputati, con la campagna di informazione a tutti i lavoratori, con ulteriori iniziative di mobilitazione durante il passaggio al Senato e che continuerà anche a legge eventualmente approvata".


Fonte: http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?option=com_content&id=4563&view=article

ROMA, 25 APR - Un appello al Parlamento firmato da oltre 300 giuristi perchè proceda allo stralcio degli articoli 30, 31, 32 e 50 del Ddl lavoro, rinviato alle Camere dal capo dello Stato, relativi tra l'altro a certificazione, arbitrato e licenziamento. Tra i primi firmatari, Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale.
Con l'appello, lanciato dalle pagine del 'Sole 24 Orè con uno spazio a pagamento, si chiede un «supplemento di riflessione e approfondimento» sugli articoli citati, e «quantomeno» di prendere in considerazione alcune proposte di modifica; tra cui, che il ricorso all'arbitrato sia possibile solo per controversie già insorte e per clausola compromissoria iniziale ma «pienamente vincolante» per l'impresa; che il giudizio arbitrale sia secondo diritto e non secondo equità; che, quanto alla certificazione, resti ferma la potestà del giudice del lavoro in ordine alla ricognizione dell'autenticità della volontà contrattuale. (ANSA).

Nonostante le modifiche al Ddl lavoro apportate nella competente commissione alla Camera «la controriforma del processo del lavoro resta una legge sbagliata che continua a mantenere punti evidenti di incostituzionalità e contro la quale la mobilitazione prosegue e si rafforza». Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, che conferma per domani presidi davanti alle prefetture di tutte le città d'Italia e per mercoledì 28 aprile un presidio nazionale davanti la Camera dei Deputati. «Permangono - sottolinea - misure molto gravi come la certificazione in deroga ai contratti collettivi nazionali di e i vincoli al ruolo del giudice del lavoro, il ricatto sui precari per la clausola compromissoria che non è certo attenuato da un rinvio di 30 giorni, nessuna schermatura sostanziale alla derogabilità di leggi e contratti possibile con l'arbitrato di equità che resta preventivo al manifestarsi della controversia, è confermata la previsione di un decreto ministeriale anche se fintamente attenuata, non previsto niente sui termini dell'impugnazione». Secondo Fammoni, «anche rispetto alle osservazioni del Presidente della Repubblica le risposte non sono state utili a modificare la sostanza dei cinque articoli di legge, sebbene le iniziative di mobilitazione che si sono sviluppate in questi giorni abbiano quantomeno affermato l'esigenza di modificare il testo».

«Per questo - conclude Fammoni - la mobilitazione proseguirà con rinnovato vigore a partire dal coinvolgimento e dall'informazione dei lavoratori, dall'evidenziazione dei punti di incostituzionalità e dalle iniziative di mobilitazione già in programma in tutta Italia». Domani dunque partiranno i presidi di domani sotto le prefetture di tutte le città di Italia e mercoledì si terrà quello nazionale davanti la Camera dei Deputati nel giorno dell'avvio del dibattito in aula il 28 aprile.Intanto oltre 300 giuristi, tra i quali Valerio Onida e Sergio Mattone, hanno lanciato oggi, dalle pagine del quotidiano 'Il Sole 24 Orè con uno spazio a pagamento, un appello per chiedere al Parlamento di procedere allo stralcio degli articoli 30, 31, 32 e 50 del Ddl lavoro, che prevedono una serie di cambiamenti nel processo del lavoro e in particolare sull'arbitrato. In via subordinata allo stralcio, l'appello chiede di apportare, almeno, una serie di modifiche. Tra le quali: che per il ricorso all'arbitrato sia eliminata la clausola compromissoria; che eventualmente il ricorso all'arbitrato sia possibile esclusivamente al momento della nascita della controversia; che si tratti, comunque, di giudizio arbitrale secondo diritto e non secondo equità; che, quanto alla certificazione, resti ferma la potestà del giudice del lavoro in ordine alla ricognizione dell'autenticità della volontà contrattuale. (Sec-Tes/Gs/Adnkronos)

lunedì 19 aprile 2010

Sciopero venerdi 23 aprile 2010 sospeso causa nube

Smentito lo sciopero indetto per venerdi 23 aprile causa emergenza creatasi a seguito della nube. Le associazioni di categoria rendono noto che "i lavoratori sono impegnati a garantire la mobilita' dei cittadini".

Fonte: ansa.it

ROMA - Treni, bus e metro regolari venerdì prossimo. I sindacati hanno infatti deciso di sospendere lo sciopero previsto il 23 aprile prossimo considerata, affermano in una nota "l'emergenza creatasi con il perdurante blocco del traffico aereo che mette a dura prova i collegamenti nazionali ed internazionali".

"E' prioritario - scrivono in una nota unitaria Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Ugl, Orsa, Faisa Cisal, Fast - assicurare in questo momento di rara difficoltà dei voli le migliori condizioni per il trasporto terrestre, per questo nonostante la durezza della vertenza per il contratto della mobilità, atteso da oltre 15 mesi da più di 200 mila lavoratori, è parso opportuno mantenere la normale regolarità dei collegamenti in Italia sia su ferro sia su gomma".


Fonte: http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?option=com_content&id=4337&view=article

Confermato per venerdi' lo sciopero di 24 ore di tutti gli addetti al trasporto ferroviario e servizi e di quelli delle aziende di trasporto pubblico locale. I treni e le attivita' ferroviarie si fermeranno dalle 21 di giovedi' 22 alla stessa ora di venerdi' 23 mentre bus, metro e tram non circoleranno nel corso dell'intera giornata del 23, secondo
modalita' definite localmente e nel rispetto delle fasce di garanzia. Nel corso della giornata, nel rispetto della legge sui servizi pubblici, saranno garantiti i servizi minimi essenziali previsti. A proclamare lo sciopero, dopo quello di 4 ore del 19 febbraio, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti, Orsa Trasporti, Faisa e Fast "in merito al negoziato per il nuovo Ccnl della Mobilita' che da giugno 2009 ad oggi non ha prodotto nulla di concreto per esclusiva responsabilita' delle controparti datoriali". Secondo i sindacati "e' necessario riprendere rapidamente il negoziato per dotare il lavoro di uno strumento contrattuale idoneo a governare i processi in atto nel trasporto locale e nel trasporto ferroviario ed e' grave e irresponsabile - sottolineano infine unitariamente le sigle sindacali - l'atteggiamento assunto da Asstra e Anav che hanno comunicato la propria non disponibilita' a partecipare agli incontri". (AGI)

Per la situazione a Roma: http://www.06blog.it/post/8282/sciopero-nazionale-venerdi-23-aprile-2010-a-roma-fermi-bus-metro-e-treni-dalle-830-alle-1700

Arrivata ora la smentita da Repubblica.it per lo sciopero di venerdi causa emergenza creatasi a seguito della nube. Le associazioni di categoria rendono noto che "i lavoratori siano impegnati a garantire la mobilita' dei cittadini'"

martedì 13 aprile 2010

Vicenza, terribile morte per operaio gruppo Zambon

(Fonte:http://www.repubblica.it/cronaca/2010/04/13/news/cade_in_una_vasca_di_refrigerante_operaio_muore_congelato-3316542/)

VICENZA - Morte orribile per un operaio dello stabilimento chimico del gruppo Zambon a Lonigo in provincia di Vicenza. Sebastiano Storti, 40 anni, è morto congelato dopo essere caduto in una vasca di liquido refrigerante a 20 gradi sotto zero.

Ancora da ricostruire le cause esatte della tragedia, che non ha avuto testimoni. Oggi gli operai dell'azienda sono scesi in sciopero per l'intera giornata, per chiedere maggiori interventi sulla sicurezza. Un'ora di sciopero dovrebbe essere osservata - riferisce la Filcem Cgil di Vicenza - anche nelle altre due sedi, Vicenza e Milano, del gruppo chimico-farmaceutico.

L'operaio, riferiscono i quotidiani locali, è stato trovato già privo di vita da alcuni colleghi, che non riuscivano a rintracciarlo in azienda. Difficile capire cosa sia successo.

L'ingresso della vasca refrigerante, posta a tre metri da terra, avviene grazie ad una stretta botola cui si accede attraverso una scaletta. Sarà l'indagine avviata dalla Procura di Vicenza a dover far luce sulla dinamica dell'incidente. Storti, residente a Montebello (Vicenza), era sposato e padre di tre figli.

domenica 11 aprile 2010

Nuovo Statuto dei Lavoratori entro Maggio 2010...

Fonte: http://www.repubblica.it/economia/2010/04/11/news/sacconi_riformare_lo_statuto_dei_lavoratori_il_nuovo_piano_entro_maggio-3264654/

PARMA - Lo Statuto dei lavoratori compie quarant'anni: è ora di cambiarlo. "Entro maggio - garantisce il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi - presenterò un testo nuovo". Applaude la platea degli industriali italiani, certamente pensando alla scomparsa di quelli che Guido Carli definiva nel 1977 "i lacci e i lacciuoli" che imbrigliano l'economia e i profitti.

Il ministro non spiega quali saranno le linee del nuovo Statuto destinato a sostituire "entro tre anni", la legge 300 scritta da Gino Giugni nel 1970. Certamente, garantisce Sacconi, la nuova legge servirà a "completare la liberazione dall'oppressione burocratica, da tutto quello che genera conflitto e dall'incompetenza che minaccia l'occupabilità". Tradotto in concreto significa la conferma del sistema di arbitrato per i licenziamenti.

Il testo del provvedimento, contestato dalla Cgil come una norma che di fatto aggira l'articolo 18 dello Statuto, verrà ripresentato dopo la prima bocciatura di Napolitano: "Aggiusteremo velocemente quel testo - dice Sacconi - confermando l'utilità di un arbitrato che è una opportunità in più per i lavoratori e le imprese rispetto al grande contenzioso esistente". Il secondo punto è la prevedibile modifica della legislazione sullo di sciopero nel tentativo di far scendere la conflittualità nelle aziende. Il terzo è un nuovo sistema di formazione professionale. "In ogni caso - spiega il ministro - il provvedimento verrà varato dopo i necessari passaggi con le parti sociali". Una trattativa che potrebbe avvenire proprio a maggio, a ridosso delle celebrazioni per i quarant'anni dello Statuto oggi in vigore.


Ma soprattutto il nuovo Statuto dovrebbe modificare radicalmente il sistema di contrattazione stabilendo alcune regole valide per tutti a livello nazionale (specie in materia di salute e sicurezza) e un'ampia delega alla contrattazione decentrata a livello di territorio e di singole aziende. Una spinta in più verso la perdita di peso del contratto nazionale di categoria a vantaggio della contrattazione di secondo livello.

Così facendo, si otterrà maggiore flessibilità e si modificherà una mentalità diffusa: "Occorre - dice Sacconi - lavorare anche sulla cultura dei giovani: bisogna aiutarli ad accettare qualsiasi tipo di lavoro, anche il più umile, purché sia regolare. Solo così si potrà difendere la vera cultura del lavoro". Rivalutando il lavoro manuale, si potrà "battere il nichilismo delle generazioni degli anni '70 che sono entrate nei mestieri dell'educazione, della magistratura e dell'editoria non tanto per occupare, come diceva Gramsci, le casematte del potere, quanto, come si dice a Roma, per infrattarsi, perché è sempre meglio che lavorare".

Le frasi di Sacconi, laureato in giurisprudenza, provocano la reazione delle opposizioni. Cesare Damiano, suo predecessore, attacca: "Invece di offendere in una sola frase centinaia di migliaia di italiani impegnati nell'editoria, nella magistratura e nella scuola, il ministro dovrebbe fare il suo mestiere e occuparsi del fatto che il nostro Paese, come dicono i dati di Confindustria, è fermo". Il Pd annuncia anche l'ostruzionismo sull'arbitrato e giudica "preoccupante" l'intenzione del ministro del lavoro di modificare lo Statuto dei lavoratori.

giovedì 1 aprile 2010

Orologi Molli. La persistenza della memoria.

La persistenza della memoria (conosciuto anche come Gli orologi molli) è un dipinto ad olio su tela di cm 24 x 33 realizzato nel 1931 dal pittore spagnolo Salvador Dalí. È conservato al Museum of Modern Art di New York.

Salvador Dalì raccontava: "Invece di rendermi duro, come la vita in realtà aveva progettato, Gala riuscì...a costruirmi un guscio che proteggeva la sensibile nudità del paguro bernardo che vi era insediato, cioè io stesso, sicché mentre io esternamente acquistavo sempre più l'aspetto di una fortezza internamente potevo continuare a invecchiare molle, ipermolle. E il giorno in cui decisi di dipingere orologi li dipinsi molli. Accadde una sera che mi sentivo stanco e avevo un leggero mal di testa, il che mi succede alquanto raramente. Volevamo andare al cinema con alcuni amici e invece, all'ultimo momento, io decisi di rimanere a casa. Gala pero' uscì ugualmente mentre io pensavo di andare subito a letto. A completamento della cena avevamo mangiato un Camembert molto forte e, dopo che tutti se ne furono andati, io rimasi ancora a lungo seduto a tavola, a meditare sul problema filosofico della "ipermollezza" di quel formaggio. Mi alzai, andai nel mio atelier e, com'è mia abitudine, accesi la luce per gettare un ultimo sguardo sul dipinto su cui stavo lavorando. Il quadro rappresentava una vista del paesaggio di Port Lligat. Sapevo che l'atmosfera che mi era riuscito di creare in quel quadro doveva servirmi come sfondo ad un'idea ma non sapevo ancora minimamente quale sarebbe stata. Stavo già per spegnere la luce quando, d'un tratto, "vidi" la soluzione. Vidi due orologi molli uno dei quali pendeva miserevolmente dal ramo dell'ulivo. Nonostante il mal di testa fosse ora tanto intenso da tormentarmi, preparai febbrilmente la tavolozza e mi misi a lavoro. Quando, due ore dopo, Gala tornò dal cinema, il quadro, che sarebbe diventato uno dei miei più famosi, era terminato."

Questo blog tratterà il tutto e il nulla.

Questo blog tratterà il tutto e il nulla dei nostri tempi.